Ibrahim Abouleish (1937 – 2017), ancora giovane si trasferisce in Europa e studia chimica e medicina, lavorando poi per diverso tempo nel settore della ricerca farmaceutica. In Austria entra in contatto con il pensiero di Rudolf Steiner e si avvicina alla conoscenza dell’agricoltura biodinamica. Durante una visita in Egitto nel 1975 si rende conto delle condizioni economiche e sociali in cui versa il suo paese: assenza di istruzione, agricoltura devastata dal sovraconsumo di concimi chimici che andavano esaurendo la fertilità dei suoli, non corrispondenza tra sentire etico-religioso e azione nel quotidiano dell’élite dirigente, problemi di irrigazione dopo la costruzione della diga di Assuan, lotta nazionalista contro Israele che negava in effetti da ambo le parti l’appartenenza a una comune umanità.
Due anni dopo Abouleish si trasferisce definitivamente nel suo paese d’origine e decide di dar vita al più grande esperimento economico e sociale basato sulla biodinamica: Sekem, un’oasi agricola in pieno deserto.
Dopo un inizio contrassegnato da difficoltà burocratiche e sfidando il pregiudizio religioso e sociale, oggi Sekem significa 20.000 ettari di ex deserto coltivati da 85 aziende, 10.000 lavoratori musulmani ma non mancano cristiani ed ebrei (il 40% donne), 2.000 dipendenti impegnati nella trasformazione dei prodotti (800 sono donne). Le scuole della comunità accolgono ogni giorno 600 studenti.
Oggi l’impresa di Ibrahim è portata avanti dal figlio Helmy.